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martedì 5 novembre 2013
Non vi è nulla che la gente tema o consideri più letale nei suoi effetti del malocchio. Può colpire in qualunque momento, se non vengono prese grosse precauzioni, ed anche così non vi è alcuna possibilità di porvi rimedio a meno che il medico fatato non pronunci l‟incantesimo mistico che, solo, può distruggere la maligna e fatale influenza.

Vi sono diversi modi in cui il malocchio può agire, alcuni più letali di altri. Se certe persone vengono incontrate per prime al mattino, si sarà sfortunati per tutto il giorno in tutto ciò che si farà. Se chi fa il malocchio viene da voi per riposare e guarda fisso qualcosa, bestiame o un bambino, vi è la malasorte nello sguardo, una fatalità che non può essere evitata se non grazie ad un potente contro-incantesimo. Ma se chi fa il malocchio pronuncia un verso sopra ad un bambino addormentato, quel bambino certamente morirà, perché l‟incantesimo è del diavolo e nessun incantesimo può resistergli o respingerne il male. Talvolta il procedimento della stregatura viene effettuato guardando fissamente l‟oggetto attraverso nove

dita; questa magia particolarmente letale se la vittima è seduta accanto al fuoco alla sera quando la Luna è piena. Perciò, per evitare di essere sospettati di fare il malocchio è necessario, quando si guarda un bambino, dire “Dio lo benedica”. E quando si passa presso una fattoria dove le mucche sono radunate per la mungitura si dica: “La benedizione di Dio sia su di voi e su tutte le vostre opere”. Se viene omessa questa formula si potrebbero immaginare i peggiori risultati e la gente si riempirebbe di terrore ed allarme, a meno che non venisse impiegato immediatamente un contro-incantesimo.


Questa singolare influenza malefica di una sguardo è stata percepita da molte persone nella propria vita, un‟influenza che pare paralizzare l‟intelletto e la parola semplicemente per la presenza nella stanza di qualcuno che sia misticamente ostile alla nostra natura. Perché l‟anima è come una fine arpa che vibra alla più lieve forza o movimento esterno e la presenza e lo sguardo di certe persone possono emanare intorno a sé una gioia divina, mentre altre possono uccidere l‟anima con un sogghigno o un‟occhiata. Noi chiamiamo misteri queste influenze sottili, ma i popoli antichi credevano che fossero prodotte da spiriti, buoni o malvagi, che agivano sui nervi o sull‟intelletto.

Alcuni anni or sono viveva a Kerry una vecchia che si pensava portasse sfortuna ad incontrarsi al mattino, tanto che tutte le ragazze erano solite uscire dopo il tramonto per andare a prendere l‟acqua per il giorno seguente, in modo da evitare il suo sguardo malefico; perché ogni cosa che la vecchia guardava diveniva perdita e dolore.

Vi era anche un uomo che veniva temuto a causa dello strano e fatale potere del suo sguardo: in sua presenza erano accadute così tante sfortune ed incidenti che infine i vicini lo costrinsero a portare sul suo occhio malefico una benda nera, da non rimuovere se non su richiesta; infatti, i dotti gentiluomini, curiosi di queste cose, talvolta gli chiedevano una prova del suo potere ed egli scommetteva mentre beveva con i propri amici.
Un giorno quest‟uomo incontrò vicino alle rovine di un castello un ragazzo in lacrime e molto addolorato per il suo piccione, che era salito sulla cima delle rovina e non si riusciva a riportarlo giù.
“Cosa mi dai” chiese l‟uomo “se te lo riporto?”

“Non ho nulla da dare” disse il ragazzo “ma pregherò Dio per te. Solo riportami il mio piccione ed io sarò felice.”

L‟uomo si tolse allora la benda nera e guardò fissamente l‟uccello, finch‟esso cadde improvvisamente a terra e rimase senza sensi, come stordito; ma non gli era accaduto alcun male ed il ragazzo le prese ed andò gioioso per la sua strada.

Una donna della contea di Galway aveva un bel bambino, così bello che tutti i vicini facevano attenzione a dire “Dio lo benedica” quando lo vedevano, perché sapevano che le Fate avrebbero voluto rapirlo e portarlo sulle colline. Un giorno accadde che una vecchia, una straniera, entrò in casa. “Lasciatemi riposare,” disse “perché sono molto stanca.” E sedette, guardando il bambino, ma non disse mai “Dio lo benedica”. Quand‟ebbe riposato si alzò, guardò fisso nuovamente il bambino in silenzio e se ne andò. Per tutta la notte il bambino pianse senza dormire ed il giorno dopo si lamentò come se soffrisse. La madre andò quindi dal prete, ma lui non fece nulla per timore delle Fate. Proprio quando la povera madre era disperata, vide una strana donna avvicinarsi alla porta. “Chissà” disse al marito “se questa donna può aiutarci.” Così le chiese di entrare a riposare. E quando ella vide il bambino disse subito: “Dio lo benedica” e gli sputò per tre volte addosso, quindi sedette. “Ora, cosa mi darai” disse “se ti dico cosa affligge il bambino?” “Riempirò le tue mani di argento,” disse la madre “quanto ne vorrai, solo parla” e versò il denaro nelle mani della donna. “Ora dimmi la verità, per l‟amore ed in nome di Maria e dei buoni angeli.” “Bene,” disse la straniera “le Fate hanno tenuto il tuo bambino sulle colline in questi due giorni ed al suo posto hanno lasciato un sostituto. Ma sul tuo bambino sono state dette così tante benedizioni che le Fate non possono fargli del male. Solo una benedizione non è stata detta e solo una persona ha fatto il malocchio. Ora devi cercare questa donna, portarla in casa e tagliare segretamente un pezzo del suo mantello. Bruciate quindi i pezzo vicino al bambino fin quando il fumo che si innalzerà lo farà starnutire; quando questo accadrà l‟incantesimo sarà spezzato ed il tuo bambino ritornerà sano e salvo al posto del sostituto.” Quindi la straniera si alzò e se ne andò. Per tutto il pomeriggio la donna cercò la vecchia ed infine la scorse sulla strada.

“Entra,” le gridò “entra a riposare, buona donna, perché i dolci sono caldi sulla griglia e la cena è pronta.”

Così la donna entrò, ma non disse mai “Dio benedica la tua gentilezza” a uomo o mortale, limitandosi a guardare minacciosamente il bambino, che piangeva più che mai. La madre aveva detto alla figlia più grande di tagliare un pezzo del mantello della vecchia segretamente quando si fosse seduta per mangiare e la fanciulla così fece, portando poi il pezzo alla madre senza che nessuno se ne accorgesse. Ma, con loro sorpresa, appena fatto questo la vecchia si alzò e uscì senza dire una parola e non la videro più. Il padre portò quindi fuori il bambino e bruciò il pezzo di mantello davanti alla porta, tenendo il bambino sopra il fumo fin quando starnutì tre volte violentemente, dopo di che riportò il bambino alla madre, che lo mise a letto dove egli dormì pacificamente con un sorriso sulle labbra e non pianse più di dolore. Quando si risvegliò la madre seppe che aveva riavuto dalle Fate il suo caro bambino e null‟altro di male gli accadde più. 

L‟influenza del misterioso e maligno potere del malocchio è sempre stato temuto in Irlanda come in Egitto, in Grecia o in Italia a tutt‟oggi. Tutto ciò che è giovane e bello o perfetto nel suo genere e che attira naturalmente l‟attenzione e l‟ammirazione è particolarmente esposto a quella fatale influenza maligna che segue lo sguardo del malocchio. E‟ perciò costume tra i contadini di non lodare qualcosa senza aggiungere subito “Dio lo benedica”, perché se questa formula venisse omessa cadrebbero le peggiori conseguenze sull‟oggetto delle lodi. Questa credenza dev‟essere molto antica in Irlanda perché in un antico manoscritto si dice che Balor, il gigante ed eroi dei Femori, sia capace di pietrificare i suoi nemici con uno sguardo; e di come venne in possesso di questo potere si narra quanto segue: un giorno in cui i Druidi erano occupati con i loro incantesimi, bollendo un incantesimo magico, il giovane Balor passò nei pressi e curioso di vederli al lavoro, guardò all‟interno di una finestra aperta. In quel momento i Druidi alzarono il coperchio del calderone ed il vapore investì uno degli occhi di Balor, portando con esso il veleno dell‟incantesimo. Questo fece sì che il suo sopracciglio crescesse a tal punto da richiedere quattro uomini per alzarlo ogni qualvolta voleva esercitare il potere del suo sguardo velenoso sui propri nemici. Secondo la leggenda egli venne infine ucciso in un combattimento singolo durante la grande battaglia di Magh-Tura (la Piana delle Torri, ora chiamata Moytura), combattuta tra i Firbolg ed i Tuatha-de-Danann per il possesso dell‟Irlanda diversi secoli prima dell‟era cristiana; questo accadde perché, prima che il sopracciglio di Balor potesse essere sollevato per trafiggere il suo nemico e colpirlo a morte con il terribile potere del suo sguardo, il suo avversario lanciò un a pietra con tale violenza da colpire proprio il suo occhio maligno, spaccando il cranio, ed il possente mago cadde per non rialzarsi più.

Un interessante resoconto di questa battaglia, che conferma dell‟attualità di questa leggenda nel distretto, ci viene fornita da Sir William Wilde nella sua opera “Lough Corrib; its Shores and Islands.” In un antico manoscritto si narra che un giovane eroe venne ucciso mentre difendeva coraggiosamente il suo Re e l‟esercito dei Firbolg eresse un tumulo su di esso su cui ogni uomo portava una pietra ed il monumento è da allora conosciuto come il Carn-in-en-Fhir (il tumulo dell‟uomo). Avendo esaminato la località con una trascrizione di un manoscritto in mano, Sir William si fissò su quello tra i molti tumuli di pietra sparsi nella pianura che pareva rispondere meglio alla descrizione e lo fece aprire sotto la sua sovrintendenza. Per prima cosa fu scoperta una larga pietra piatta posta orizzontalmente; quindi un‟altra sotto ad essa che copriva una piccola camera quadrata formata di pietre, all‟interno della quale vi era una singola urna di argilla cotta, graziosa e delicata nelle forme e nella decorazione, contenente ossa umane incenerite, i resti senza dubbio del giovane Firbolg che era stato onorato per la sua lealtà con l‟erezione sul suo cadavere del Carn-in-en-Fhir nella storica piana di Mayo. Dopo Balor, l‟unica altra prova degli effetti fatali dell‟occhio malefico viene narrato a riguardo di San Silan, che nel suo sopracciglio aveva un pelo velenoso che uccideva chi lo guardava per primo al mattino. Per questo tutti coloro che erano stanchi della vita, sia a causa di una lunga malattia che di disperazione, cercavano di trovarsi sulla strada del santo, in modo che le loro sofferenze cessassero con una morte veloce e facile. Ma un altro santo, Molayse, sentendo dire che San Silan stava per visitare la sua chiesa decise che non avrebbe dovuto più morire nessuno a causa di quel pelo velenoso. Così si alzò presto al mattino, prima di tutti gli altri, ed andò da solo ad incontrare San Silan; quando lo vide giungere lungo la strada gli andò incontro coraggiosamente e gli strappò il pelo fatale dal sopracciglio. Nel far questo venne però colpito dal veleno ed immediatamente cadde a terra morto.

Il potere del malocchio era riconosciuto dalle leggi bretoni ed erano state promulgate misure severe contro coloro che usavano questa maligna influenza. “Se una persona ha l‟abitudine di danneggiare cose a causa di trascuratezza o volontariamente, sia che le abbia benedette o meno, per lui vi sarà un‟ammenda o la restituzione di beni della stessa natura.” Così diceva l‟antica legge.

Si tratta di un dono di natura e nasce con la persona, anche se potrebbe non essere funzionale a meno che le circostanze non sollecitino questo potere. Pare quindi che esso agisca come uno spirito di amara e maliziosa invidia che irradia un‟atmosfera velenosa che gela e rovina tutto ciò che raggiunge. Senza essere superstiziosi, tutti hanno sentito che esiste un tale potere e sono stati costretti a cedere alla sua influenza in maniera passiva, come se tutta la propria fiducia e la propria energia fossero improvvisamente paralizzate dalla sua influenza. Le persone sospette sono molto temute dai contadini, che le riconoscono da determinati segni. Vengono particolarmente temuti gli uomini e le donne con sopracciglia scure ed allungate ed i bambini graziosi vengono tenuti alla larga dalle loro strade per timore che essi li guardino. Anche i capelli rossi si suppone abbiano influenza maligna e ne è persino nato un proverbio: “Non permettete all‟occhio di una donna con i capelli rossi di rimanere su di voi.” Molte persone sono pressoché inconsapevoli che il loro sguardo possiede questo potere maligno fin quando non accade una disgrazia, e da allora cercano di non guardare nessuno in pieno volto e di evitare gli occhi altrui quando parlano per timore che la sfortuna possa cadere su quella persona. (a) L‟invocazione di salvezza “Dio lo benedica” viene usata universalmente quando si loda qualcosa per prevenire pericoli e se un bambino dovesse ammalarsi qualcuno verrebbe immediatamente sospettato di avere omesso la frase usuale per malizia e cattiveria. Nulla viene maggiormente temuto dai contadini dello sguardo pieno, fisso e diretto di qualcuno sospettato di malocchio e, se esso dovesse cadere su di loro o su qualcuno della loro casa, una terribile paura li invaderebbe, paura che spesso finisce in malattia o talvolta anche in morte.

Alcuni anni or sono una donna che viveva in Kerry dichiarò di essere “stregata” dal malocchio. Non traeva alcun piacere o conforto dalla vita e si stava consumando per la paura, causata dalla seguente strana circostanza: ogni volta che le capitava di uscire di casa da sola e nessuno era a portata di voce incontrava una donna sconosciuta che, fissando i suoi occhi in silenzio con espressione terribile, la gettava a terra e procedeva a picchiarla ed a pizzicarla fin quando non perdeva quasi i sensi, dopo di che spariva. Avendo sperimentato per diverse volte questo trattamento, la povera donna si astenne infine dall‟uscire di casa a meno che non fosse protetta da un servo o un compagno ed osservò questa precauzione per diversi anni, durante i quali non venne mai molestata. Alla fine cominciò a credere che l‟incantesimo fosse rotto e che la sua strana nemica se ne fosse andata per sempre. Di conseguenze divenne meno cauta nei confronti delle solite precauzioni ed un giorno andò da sola ad un corso d‟acqua vicino alla casa per lavare alcuni panni. China sul suo lavoro non pensava ad alcun pericolo e cominciò a cantar come era solita fare nei giorni spensierati prima che l‟incantesimo fosse su di lei; improvvisamente, un‟ombra oscura cadde sull‟acqua e, guardando, la donna vide con errore la strana donna sull‟altro lato del fiumiciattolo che con i suoi terribili occhi la stava fissando, dura e ferma come se fosse di pietra. Balzando in piedi con un urlo di terrore, si gettò sui suoi panni e corse verso la casa, ma in breve udì dei passi dietro di lei ed in un attimo venne raggiunta, gettata a terra e la sua tormentatrice cominciò a picchiarla anche peggio di prima, fin quando perse conoscenza; ed in questo stato venne ritrovata dal marito, giacente sul volto e senza sensi. Venne portata subito in casa e su di lei vennero profuse tutte le cure che l‟affetto e le capacità contadine potevano darle, ma invano. Tuttavia ella riguadagnò conoscenza bastante per raccontare loro del terribile incontro che aveva fatto, ma morì prima della fine della notte. Si credeva che il potere della fascinazione tramite lo sguardo, che non è necessariamente un potere negativo come nel caso del malocchio, venisse posseduto in sommo grado dalla gente saggia e dotta, in particolare dai poeti, che potevano farsi amare e seguire da qualunque ragazza volessero semplicemente grazie all‟influenza dello sguardo. Intorno all‟anno 1790 vi era nella contea di Limerick un giovane che possedeva questo potere ad un grado singolare ed insolito. Era un intelligente e brillante rimatore di lingua irlandese e, probabilmente, aveva gli occhi profondi che caratterizzano la natura calda ed appassionata dei poeti – occhi che anche senza magia avrebbero esercitato una potente influenza magnetica sulle menti femminili.

Un giorno, mentre viaggiava lontano da casa, giunse ad una luminosa e bella fattoria e, sentendosi stanco, si fermò e chiese un sorso di latte e un posto per riposare. La figlia del fattore, una giovane e graziosa ragazza, non amando accogliere uno straniero in quanto tutte le donne stavano facendo il burro ed ella era sola in casa, rifiutò di farlo entrare. Il giovane poeta fissò seriamente il suo volto per qualche tempo in silenzio quindi, voltandosi lentamente, se ne andò verso un boschetto di alberi proprio di fronte alla casa. Lì rimase per alcuni momenti a riposare contro un albero e, guardando la casa con uno sguardo come di vendetta o di ammirazione, andò per la sua strada senza voltarsi. La ragazza, che lo stava guardando dalla finestra, nell‟istante in cui egli si mosse oltrepassò la porta come in un sogno e lo seguì lentamente, passo dopo passo, lungo la strada. Le donne si allarmarono e chiamarono suo padre, che corse fuori e le gridò di fermarsi, ma lei non si voltò né parve ascoltarlo. Il giovane, tuttavia, si guardò intorno e, vedendo che l‟intera famiglia lo seguiva, allungò il passo, guardando prima fissamente la ragazza per un istante. Immediatamente ella corse verso di lui ed erano entrambi quasi fuori dalla visuale quando una delle donne vide un pezzo di carta legato ad un ramo dell‟albero dove il poeta aveva riposato. Lo prese per curiosità e, nel momento il cui il nodo venne sciolto, la figlia del fattore si fermò improvvisamente, rimase ferma e quando il padre la raggiunse gli permise di riportarla a casa senza fare resistenza. Quando venne interrogata, disse che si sentiva attirata da una forza invisibile a seguire il giovane straniero dovunque andasse e che lo avrebbe seguito in tutto il mondo, perché la sua vita sembrava legata a quella di lui; ella non voleva resistere e non era consapevole di altro che della sua presenza. Improvvisamente, tuttavia, l‟incantesimo si era spezzato e dopo ella aveva udito la voce di suo padre ed aveva capito in quale strana maniera si era comportata. Allo stesso tempo il potere del giovane su di lei era svanito e l‟impulso di seguirlo non era più nel suo cuore. Quando venne aperto, si scoprì che il foglio conteneva cinque parole misteriose scritte con il sangue, in questo ordine:

SATOR
AREPO
TENET
OPERA
ROTAS

Queste lettere erano messe in modo tale che in qualunque modo venissero lette, da destra a sinistra, da sinistra a destra, da su a giù o da giù a su producevano le stesse parole; e, quando vengono scritte con il sangue con una penna d‟aquila, formano un incantesimo cui si dice nessuna donna possa resistere. Ma il lettore incredulo può facilmente testare la verità di questa affermazione lui stesso. (a) Vi è tuttora in Europa la strana idea che uno dei più famosi potenti ora esistenti possieda questo dono fatale e potere del malocchio. Queste storie popolari sono provocatoriamente incomplete e non si può fare altro che rammaricarsi del fatto che la storia del poeta e della figlia del fattore non ha un finale felice, ma le storie irlandesi sono in generale piuttosto incoerenti, più come frammenti di ricordi di antiche storie che una composizione drammatica ben organizzata con le luci ben posizionate ed una catastrofe che colpisce. L‟inizio è solitamente attraente, con l‟eccitante formula “c‟era una volta” da cui ci si aspetta molto; e certamente vi è una vecchia strana e simile ad una strega capace delle azioni più demoniache ed un uomo misterioso che promette di essere lo spirito malvagio irredento della storia; ma alla fine entrambi diventano innocui come bambini e le loro azioni malvagie raramente vanno oltre al furto del burro dai loro vicini al rapimento di una bella fanciulla, peccati che anche i comuni mortali sarebbero in grado di fare anche senza l‟aiuto degli “Dei della Terra” e del loro famoso capo Finvarra, il Re delle Fate. La storia che segue, tuttavia, che parla di un caso di rapimento da parte del potere fatato, è ben costruita. L‟eroe della storia è simpatico ed interessante e finisce bene, cosa che è considerata un grande merito dagli Irlandesi, che non amano una storia cui non possano aggiungere nel finale il caloroso ed esplicito “grazie a Dio”.

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